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Dino è nato ad Ombriano, in provincia di Cremona. Sin da piccolo ha sempre nutrito una grande passione per lo sport ed all'età di 12 anni ha cominciato a scrivere dati e stastistiche relative ai principali sport: tennis, NBA, NFL, basket NCAA, NHL, ciclismo, calcio e formula uno.
Nella sua ancor breve carriera giornalistica vanta, come fiore all'occhiello, la partecipazione alle Olimpiadi di Torino dove ha ricoperto il ruolo di Flash Quote Reporter, le Olimpiadi di Vancouver durante le quali ha commentato su Sky Sport il curling e gli Asian Games a Canton nel 2010 dove era sport specialist per il basket. |
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Pensieri sullo sport |
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1 febbraio 2010 |
La formula delle finali NBA (2-3-2) negli ultimi anni ha rappresentato un bel vantaggio per chi aveva il fattore campo: in nove delle ultime 11 occasioni infatti ha vinto chi giocava in casa le prime due gare! |
Solo Pistons e Mavs ci sono riusciti |
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La strutturazione delle finali NBA: la squadra senza fattore campo gioca in casa tre partite di fila da gara 3 a gara 5, lascia sempre qualche dubbio.
Infatti rispetto alla consueta 2-2-1-1-1 utilizzata nei primi tre turni la formula finale offre un vantaggio notevole alla squadra con il fattore campo.
Gli unici due stravolgimenti sono stati poi dei risultati sorprendenti soprattutto perchè gli sconfitti avevano dato l’idea di poter vincere.
Gli episodi sono:
nel 2004 quando i Pistons sculacciarono 4-1i Lakers dove il binomio o’Neal-Bryant era giunto al termine e di fatto i gialloviola quasi scioperarono nelle finali
Lakers-Pistons 75-87
Lakers-Pistons 99-91 ot
Pistons-Lakers 88-68
Pistons-Lakers 88-80
Pistons-Lakers 100-87
due anni dopo quando i Mavericks avanti 2-0 nella serie e sopra di 13 nell’ultimo periodo a Miami si sciolsero letteralmente contro le magie di Wade perdendo poi di due quella gara, di uno gara5 e di tre gara6.
Mavericks-Heat 90-80
Mavericks-Heat 99-85
Heat-Mavericks 98-96
Heat-Mavericks 98-74
Heat-Mavericks 101-100
Mavericks-Heat 92-95
Insomma per ribaltare il fattore campo nelle Finals ci vuole qualcosa di speciale.
2008-09 Los Angeles Lakers (65-17) Orlando Magic (59-23) 4-1
2007-08 Boston Celtics (66-16) Los Angeles Lakers (57-25) 4-2
2006-07 San Antonio Spurs (58-24) Cleveland Cavaliers (50-32) 4-0
2005-06 Miami Heat (52-30) Dallas Mavericks (60-22) 4-2
2004-05 San Antonio Spurs (59-23) Detroit Pistons (54-28) 4-3
2003-04 Detroit Pistons (54-28) Los Angeles Lakers (56-26) 4-1
2002-03 San Antonio Spurs (60-22) New Jersey Nets (49-33) 4-2
2001-02 Los Angeles Lakers (58-24) New Jersey Nets (52-30) 4-0
2000-01 Los Angeles Lakers (56-26) Philadelphia 76ers (56-26) 4-1
1999-00 Los Angeles Lakers (67-15) Indiana Pacers (56-26) 4-2
1998-99 San Antonio Spurs (37-13) New York Knicks (27-23) 4-1
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12 settembre 2012 |
VUELTA 2012: Magia Contador, a lui la più bella corsa a tappe dell'ultimo decennio |
Rodriguez ed i direttori sportivi della Katusha dietro la lavagna, tatticamente non ci siamo!
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Insieme di meriti e demeriti è questo che a volte può stabilire il successo in un grande giro. Così come nel Giro d'Italia, anche alla Vuelta Purito Rodriguez ha recitato il ruolo del cannibale finendo poi però con i polpacci spolpati...
1st Contador
2nd Valverde a 1'16
3rd Rodriguez a 1'37
Questa la calssifica finale della Vuelta 2012.
E' incredibile da scrivere e da leggere: alla fine della Vuelta 2012 nessuna maglia per Rodriguez; nonostante lo spagnolo abbia vinto 3 tappe, sia stato 13 giorni in maglia rossa, 10 in maglia verde e 17 in maglia bianca!
La sorpresa aumenta guardando i numeri dei rivali: Contador e Valverde. Albertino ha vinto una tappa ed indossato la roja 4 giorni, Alejandro invece ha vinto due tappe e vestito la maglia verde per un giorno, quella a pois per 6 e quella bianca per uno.
L'incredulità, al di là dei numeri finali, aumenta a dismisura se si analizza l'andamento giorno dopo giorno della corsa iberica con Rodriguez che al traguardo ha sempre preceduto Contador nelle tappe in linea...
Sempre fino alla 17° quando rimasto, prima con un unico compagno e poi da solo, ad inseguire in discesa e pianura ha finito per crollare (2'38 al traguardo), mentre Valverde ha recuperato arrivando a 6 secondi da Contador.
Ecco l'andamento tappa dopo tappa:
1° - 1st Movistar, Saxo a 14", Katusha a 15
3° - 1st Valverde, 2st Rodriguez st, 4th Contador st
4° - Valverde a 55" dai migliori
6° - 1st Rodriguez, 3rd Valverde a 10", 4th Contador a 19.
Clas: 1st Rodriguez, 3rd Contador a 36", Valverde a 54
8° - 1st Valverde, 2nd Rodriguez st, 3rd Contador st.
Clas: 1st Rodriguez, 3rd Contador a 40", Valverde a 50
9° - 2nd Rodriguez, Valverde a 9", Contador a 12
11°- 2nd Contador, Valverde a 1'01, Rodriguez a 1'09.
Clas: 1st Rodriguez, 2nd Contador a 1", Valverde a 59
12°- 1st Rodriguez, 2nd Contador a 8", 3rd Valverde a 13. Clas: 1st Rodriguez, 2nd Contador a 13", Valverde a 1'20
14°- 1st Rodriguez, 2nd Contador a 5", 3rd Valverde a 13. Clas: 1st Rodriguez, 2nd Contador a 22", Valverde a 1'41
16°- 3rd Rodriguez, Contador a 2", Valverde a 19. Clas: 1st Rodriguez, 2nd Contador a 28", Valverde a 2'04
17°- 1st Contador, 2nd Valverde a 6", Rodriguez a 2'38. Clas: 1st Contador, 2nd Valverde a 1'52, 3rd Rodriguez a 2'28
19°- 2nd Valverde, 4th Rodriguez st, Contador a 3".
20°- 9th Rodriguez, Valverde a 25", Contador a 44. Clas: 1st Contador, 2nd Valverde a 1'16, 3rd Rodriguez a 1'37
GIUDIZIO FINALE: Rodriguez ed i direttori sportivi della Katusha a ripetizione! Non si possono perdere due corse a tappe come Giro e Vuelta come le ha perse Purito. Anche perchè Moreno e Menchov assenti nella tappa decisiva della Vuelta hanno poi fatto vedere alla Bola del Mundo che ne avevano ancora.
Comunque, VUELTA 2012 la migliore corsa a tappe almeno dell'ultimo decennio!
CLASSIFICA FINALE DELLA VUELTA 2012
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8 agosto 2011 |
Il Tour delle prime volte: primo trionfo di Evans, primo podio per Frank Schleck e niente primo posto per Contador |
Evans, gli Schleck, Voeckler i protagonisti, Rolland la rivelazione, però Contador e Samuel Sanchez…
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Si è concluso il Tour de France che per la prima volta ha visto Cadel Evans, dopo tanti piazzamenti, vincere una grande corsa a tappe ed allo stesso tempo ha visto Alberto Contador non vincere un grande giro per la prima volta dal 2007.
Cadel Evans: ha vinto il Tour evitando le cadute nei primi dieci giorni, controllando la gara in montagna e dominando a crono; l’australiano è stato anche capace di vincere una tappa (sul Mur de Bretagne). Cadel è stato impressionante sulle Alpi dove prima è stato l’unico capace di rimanere sempre con Contador nelle tappe di Gap e Pinerolo e poi da solo ha trainato il gruppo mangiando minuti sul Galibier ad Andy Schleck in una azione che lo ha fatto rischiare di saltare perché se avesse avuto un piccolo passaggio a vuoto durante la scalata lo avrebbero di sicuro attaccato e staccato.
Andy Schleck: è stato il miglior in montagna dove ha rifilato 1’11 ad Evans grazie soprattutto all’impresa nella tappa del Galibier. Tuttavia il distacco finale nella crono di Grenoble non ammette repliche, per vincere il Tour Andy doveva attaccare di più in montagna.
Frank Schleck: podio a Parigi (il suo primo) e qualche scatto in montagna dove alla fine ha guadagnato 10” su Evans. La sensazione è che sulle salite ne avesse meno del fratello, magari ha pagato anche il fatto di essere co-capitano della Leopard e con un po’ più di liberta avrebbe potuto attaccare di più. Comunque ha ottenuto il suo miglior piazzamento in carriera in un grande giro e l’impressione è che abbia ottenuto il massimo in classifica generale.
Thomas Voeckler: è stata la variabile impazzita della corsa, davvero sorprendente la sua tenuta sulla grandi salite ed anche a cronometro ha stupito. Le uniche critiche che gli si possono fare sono sulla tenuta mentale perché nella tappa dell’Alpe D’Huez ha buttato via ogni chance di podio rimanendo da solo per troppi chilometri fra i fuggitivi e il gruppo di Evans. Il suo Tour rimane comunque da incorniciare, quarto posto finale e dieci gironi in maglia gialla.
Alberto Contador: il quinto posto senza vittorie di tappa è sicuramente un pessimo risultato per il Re delle corse a tappe, ma ci sono tante attenuanti per lui in primis la partecipazione al Giro d’Italia ed il non aver preparato al meglio il Tour. In Francia poi ci si è messo anche il destino: tre cadute. Le grandi salite hanno mostrato come non fosse il miglior Contador e anche nella crono di Grenoble ha lasciato ad Evans 59”. Alla fine fra la caduta di La Barre e la cronosquadre di Les Essarts ha perso 1’41 da Evans.Senza queste due tappe dove il singolo poteva poco, i tempi dicono che avrebbe conquistato il podio precedendo di un soffio Sanchez (4”) e Frank Schleck (8”).
Samuel Sanchez: maglia a Pois, sesto posto in classifica ed una tappa a Luz Ardiden, ottimo Tour per lui. Così come Contador ha perso tanto tempo fra cronosquadre e cadute (2’35). Non era però da podio vista la deblacle sul Galibier dove ha perso 4’42 da Andy Schleck e più di due minuti da Evans e da Frank.
Pierre Rolland: il nome nuovo del ciclismo, ha impressionato in tutte le tappe di montagna dove è stato al fianco di Voeckler e poi l’unica volta che non è stato con il capitano è andato a trionfare nientemeno che sull’Alpe d’Huez. Nella classifica ipotetica senza cadute, cronosquadre accusa un ritardo di soli 3’46 da Evans, veramente poco per uno che ha tirato in salita per il suo capitano.
Gli italiani: Cunego e Basso hanno ottenuto il settimo e l’ottavo posto con una condotta di gara giudiziosa, ma senza sussulti. Per Cunego è sicuramente un buon risultato perché è tornato a fare classifica in una grande corsa a tappe dopo molto anni. Basso invece ha deluso perché salvo un timido allungo sui Pirenei, per il resto non ha mai attaccato; non è uno scattista però almeno provarci da lontano (lo hanno fatto Andy Schleck e Contador) visto che sull’ultima salita non riusciva a fare la differenza.
Le cadute: hanno sicuramente inciso sulla corsa non solo per il tempo perso da Contador e Sanchez, ma anche perché hanno tagliato fuori dalla gara gente come Wiggins, Van den Broeck, Vinokourov ed i quattro moschettieri della Radioshack (Leipheimer, Kloden, Horner e Brajkovic) che di sicuro avrebbero potuto accendere il Tour con attacchi da lontano nelle tappe di montagna.
CLASSIFICA realizzata con i tempi delle tappe di montagna e della crono individuale
1 Evans
2 A. Schleck 1’20
3 Contador 2’16
4 S. Sanchez 2’20
5 F. Schleck 2’24
6 Rolland 3’46
7 Cunego 4’51
8 Voeckler 5’43
9 Peraud 6’02
10 Basso 6’10
CLASSIFICA FINALE DEL TOUR 2011
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8 febbraio 2011 |
Quarto Superbowl per la favola Green Bay Packers |
Chi l'avrebbe mai detto quando a due settimane dalla fine della regular season con un record di 8 vinte e 6 perse erano fuori dai playoffs ed il loro quaterback, Rodgers, rientrava dopo una commozione celebrale.
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La favola è poi completata dalla realtà di Green Bay ossia la città più piccola, 101.203 abitanti, ad avere una squadra in una delle leghe professionistiche americane.
I Packers l’hanno spuntata per 31-25 sui Pittsburgh Steelers al termine di una gara a dir poco vibrante i cui i mangia formaggio sono riusciti a respingere la rimonta degli avversari.
Il match è stato sicuramente deciso dagli errori degli Steelers: tre turnover e un field goal sbagliato, ma ad Aaron Rodgers e compagni va dato atto di aver giocato in modo impeccabile i terzi down nel quarto periodo.
Turning point dell’incontro è stato probabilmente il fumble all’inizio dell’ultimo quarto commesso da Mendenhall (running back degli Steelers) quando Pittsburgh era sotto di quattro punti ma aveva l’inerzia tutta dalla sua parte e si trovava sulle 40 yards avversarie.
Dal canto loro comunque gli Steelers hanno dimostarto ancora una volta di essere una squadra straordinaria perché nonostante i tre turnover hanno saputo recuperare sotto 14-0 e 21-3.
Pittsburgh ha avuto la chance di vincere la gara nel finale quando indietro di tre punti la sua difesa ha costretto Green Bay al field goal per il 31-25, dando così l’opportunità all’attacco di avere l’ultimo drive con 2:07 sul cronometro.
La rimonta di Pittsburgh però non è riuscita e così i Packers hanno potuto festeggiare una incredibile stagionale nella quale si erano ritrovati fuori dai playoffs a due settimane dalla fine della regular season con un record di 8 vinte e 6 perse.
In quel periodo il loro quaterback, Rodgers, rientrava dopo una commozione cerebrale, ma da quel momento Aaron e compagni non hanno sbagliato più un colpo distruggendo i NY Giants (45-17), superando gli odiati rivali dei Bears (10-3) e conquistando così l’ultimo posto disponibile per la postseason.
Già nel wildcard game a Philadelphia, la prima gara di playoffs, qualcosa si era capito del destino di Green Bay visto che David Akers, uno dei migliori kicker della NFL, sbagliava due field goal e poi con poco più di un minuto da giocare e la palla sulle 38 yards dei Packers, Michael Vick si faceva intercettare…
Tutto è poi filato via liscio per i Packers capaci di dominare ad Atlanta (48-21) e mostruosamente cinici in quel di Chicago (21-14).
La conclusione del Superbowl XLV di Dallas ricalca proprio l’epilogo di una bella fiaba; ma ora è tempo di festeggiare un altro anno da favola per gli amanti della NFL: formaggio per tutti!
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15 settembre 2010 |
Il mondo ai piedi di Rafa, però per la corona… |
Risultato strepitoso quello conseguito dallo spagnolo, tuttavia anche gli astri sono stati dalla sua. |
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A soli ventiquattro anni aver vinto tutti gli slam per un totale di nove assicura a Rafael Nadal il titolo di Baronetto del tennis.
In questa stagione lo spagnolo ha conquistato tre slam consecutivi: il Roland Garros (quinto in carriera), Wimbledon (seconda affermazione) e lo US Open per la prima volta.
A destare clamore è stata soprattutto l’ultima vittoria visto che a New York il maiorchino non era mai andato oltre i quarti di finale, dimostrando sempre di non essere in possesso di un gioco adatto al cemento americano.
Nei due Atp 1000 che precedevano Flushing Meadows, Nadal non è approdato neanche in finale; a Toronto la sua avventura si è fermata in semifinale sconfitto nettamente (6-3 6-4) da Andy Murray, mentre a Cincinnati Rafa si è arreso ai quarti contro Marcos Baghdatis (6-4 al terzo).
Dopo l’estrazione dei tabelloni degli US Open sulla strada verso la finale dello spagnolo parevano due gli scogli da affrontare: David Nalbandian (ai quarti) ed Andy Murray (in semi). Soprattutto Murray, visto lo stato di forma e recenti i precedenti sul cemento contro Nadal (4-1), sembrava poter rappresentare l’ennesimo capolinea prima dell’atto conclusivo.
Invece sia Nalbandian che Murray non hanno rispettato le aspettative e sono stati eliminati prima di poter incontrare Rafa.
Fino a qui quindi solo un pizzico di fortuna per l’iberico, perché in primis la colpa è stata dei suoi avversari incapaci di vincere match alla portata.
La sorte però è entrata in gioco dai quarti di finale perché da questo turno in poi Nadal ha sempre sfidato avversari reduci rimonte vittoriose terminate al quinto set e quindi più stanchi fisicamente e mentalmente.
Infatti ai quarti Fernando Verdasco era approdato dopo un’autentica maratona contro David Ferrer (tiebreak del quinto), in semifinale Mikhail Youzhny era reduce dai cinque set (6-3 nel set finale) contro Stanislas Wawrinka ed infine Novak Djokovic aveva conquistato la finale dopo il successo su Federer (7-5 al quinto).
Alla fine Nadal nella grande Mela ha vinto solo con un vero big: Djokovic; evitando di confrontarsi con Murray, Federer e Soderling (inoltre mancava per infortunio il vincitore della passata edizione Juan Martin Del Porto), tutti avversari che avrebbero avuto il favore del pronostico almeno ad inizio incontro.
Insomma tappeto rosso per il passaggio di Rafa, però anche il fato qualcosa ha dato.
I miglioramenti del maiorchino sono tuttavia evidenti e soprattutto il servizio ha destato scalpore; quindi Rafa per incoronarti RE voglio rivederti trionfare a New York!
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5 agosto 2010 |
Tour de France ad Alberto Contador grazie al salto di catena di Andy Schleck? |
Guardando la classifica finale verrebbe da dire di sì, visto che la differenza fra i due equivale alla tappa di Bagneres de Luchon dove il lussemburghese ha accusato il salto di catena nel tratto finale dell'ascesa del Port de Bales. |
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Tuttavia analizzando l'intera corsa emerge che lo spagnolo ha dato 1'13" al rivale a cronometro, mentre in montagna la differenza fra i due l'hanno fatta proprio quei 39" a Luchon.
Al conto totale però manca ancora una tappa e cioè la Wanze-Arenberg (quella del pavè della Roubaix). Ebbene in quel giorno la CSC di Andy Schleck fece la differenza grazie: ad un "buco" nel gruppo creato dalla caduta in un tratto di pavè di Franck Schleck ed all'azione di Cancellara.
Alla fine Contador perse 1'13 dal lussemburghese, perdendo 20" negli ultimi chilometri per via di un problema meccanico che lo fece staccare del suo gruppetto che arrivo a 53".
La vera differenza quindi l'ha fatta Contador a cronometro dove fra il prologo e la penultima tappa senza l'aiuto di: compagni, cadute, guasti meccanici o sfortune; in 60 km ha rifilato 1'13" ad Andy Schleck.
Tutte le statistiche tappa per tappa nella sezione Statistiche – Ciclismo – Anno 2010
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1 febbraio 2010 |
La formula delle finali NBA (2-3-2) negli ultimi anni ha rappresentato un bel vantaggio per chi aveva il fattore campo: in nove delle ultime 11 occasioni infatti ha vinto chi giocava in casa le prime due gare! |
Solo Pistons e Mavs ci sono riusciti |
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La strutturazione delle finali NBA: la squadra senza fattore campo gioca in casa tre partite di fila da gara 3 a gara 5, lascia sempre qualche dubbio.
Infatti rispetto alla consueta 2-2-1-1-1 utilizzata nei primi tre turni la formula finale offre un vantaggio notevole alla squadra con il fattore campo.
Gli unici due stravolgimenti sono stati poi dei risultati sorprendenti soprattutto perchè gli sconfitti avevano dato l’idea di poter vincere.
Gli episodi sono:
nel 2004 quando i Pistons sculacciarono 4-1i Lakers dove il binomio o’Neal-Bryant era giunto al termine e di fatto i gialloviola quasi scioperarono nelle finali
Lakers-Pistons 75-87
Lakers-Pistons 99-91 ot
Pistons-Lakers 88-68
Pistons-Lakers 88-80
Pistons-Lakers 100-87
due anni dopo quando i Mavericks avanti 2-0 nella serie e sopra di 13 nell’ultimo periodo a Miami si sciolsero letteralmente contro le magie di Wade perdendo poi di due quella gara, di uno gara5 e di tre gara6.
Mavericks-Heat 90-80
Mavericks-Heat 99-85
Heat-Mavericks 98-96
Heat-Mavericks 98-74
Heat-Mavericks 101-100
Mavericks-Heat 92-95
Insomma per ribaltare il fattore campo nelle Finals ci vuole qualcosa di speciale.
2008-09 Los Angeles Lakers (65-17) Orlando Magic (59-23) 4-1
2007-08 Boston Celtics (66-16) Los Angeles Lakers (57-25) 4-2
2006-07 San Antonio Spurs (58-24) Cleveland Cavaliers (50-32) 4-0
2005-06 Miami Heat (52-30) Dallas Mavericks (60-22) 4-2
2004-05 San Antonio Spurs (59-23) Detroit Pistons (54-28) 4-3
2003-04 Detroit Pistons (54-28) Los Angeles Lakers (56-26) 4-1
2002-03 San Antonio Spurs (60-22) New Jersey Nets (49-33) 4-2
2001-02 Los Angeles Lakers (58-24) New Jersey Nets (52-30) 4-0
2000-01 Los Angeles Lakers (56-26) Philadelphia 76ers (56-26) 4-1
1999-00 Los Angeles Lakers (67-15) Indiana Pacers (56-26) 4-2
1998-99 San Antonio Spurs (37-13) New York Knicks (27-23) 4-1
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15 dicembre 2009 |
Atp World Tour Finals a gennaio, per garantire lo stato di salute dei Top Eight che spesso arrivano “cotti” al torneo di fine anno o addirittura non vi prendono parte per problemi fisici. |
Intanto sul sito sono online i risultati e le statistiche della stagione 2009! |
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Il Masters o Atp World Tour Finals quest’anno ha regalato non poche sorprese: dall’equilibrio nei gruppi al vincitore. Ancora una volta questa manifestazione ha dato adito a tanto spettacolo ma anche ad alcune critiche sulla formula.
Partiamo dai risultati. Innanzitutto vedere arrivare tre giocatori con due vittorie ed una sconfitta in entrambi i gironi è qualcosa fuori dall’ordinario.
Tutto questo ha comportato il calcolo della differenza set nel gruppo B ed addirittura il conteggio dei games vinti e persi in quello A.
Alla fine i primi classificati: Federer e Soderling, avevano perso da quelli piazzatisi secondi: Del Potro e Davydenko a dimostrazione di un’edizione piuttosto bizzarra del Masters.
Le sorprese però sono continuate nelle semifinali dove ad imporsi sono stati i due classificatosi al secondo posto nei rispettivi gruppi.
I risultati inaspettati però si sono trascinati fino alla finale dove Davydenko ha fatto lo sgambetto al favorito Del Potro.
L’esito finale di queste Atp World Tour Finals è da ricondursi in parte al maggiore stato di forma del russo che aveva saltato la prima parte di stagione per infortunio giungendo a novembre con più benzina nel serbatoio degli altri.
I punti di domanda della manifestazione sono due: la formula dei gironi e la collocazione del Masters che spesso vede i giocatori arrivare con le ruote sgonfie o addirittura vede la mancanza di qualcuno degli aventi diritto proprio per ragioni fisiche.
La formula migliore potrebbe essere un tabellone ad eliminazione diretta con match 3 set su 5.
E’ vero che i gironi fanno poco parte del tennis anzi non ne fanno per nulla parte, però personalmente vedo il Masters come una specie di All-Star Game della NBA; cioè una manifestazione in cui si ha la possibilità di ammirare i migliori dell'anno e quindi più che un torneo è una sfilata di campioni.
Quindi dal mio punto di vista il Masters è qualcosa di diverso rispetto al resto della stagione.
L’innovazione invece potrebbe essere portare il Masters a gennaio in modo che rappresenti la prima prova per i top eight che così arrivano freschi dopo lo stop a fine novembre e che si troverebbero davanti un torneo per nulla duro dal punto di vista fisico dato che prevede tre match in sei giorni più eventuali semifinali e finali due su set nelle due giornate successive.
In questo modo le Atp World Tour Finals rappresenterebbero il perfetto ultimo torneo di rodaggio in vista del primo slam: gli Australian Open.
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16 novembre 2009 |
Come ha fatto Armstrong ad arrivare terzo al Tour |
Per scoprire tutti i dati vai in statistiche, scegli Ciclismo, 2009, Tour4. |
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Ho fatto dei calcoli per capire meglio il rendimento di Lance Armstrong durante il Tour de France 2009.
Così facendo ho scoperto come senza ventagli, piccoli frazionamenti finali e cronosquadre
sarebbe arrivato 5°!
Indubbiamente ha dimostrato grande tenacia e stigmate del campione a le Grand-Bornard,
però molto hanno inciso la sua esperienza e una squadra che ha vinto la tappa di Montpellier e che ha dominato la corsa.
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05 agosto 2009 |
Qualcuno tracci una nuova via |
Altro anno soliti problemi per lo sport italiano. Continuano a morire società di serie A e nessuno fa nulla per cambiare |
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Il titolo è quello di un anno fa quando mi riferivo alla pallavolo, vedi i casi Milano e Corigliano nel 2008 e Pineto nel 2009.
Il problema però non affligge solo il volley ma lo sport italiano in generale vedi i casi nel basket di Napoli e Capo d'Orlando nella passata stagione e dalla Fortitudo in quella che verrà.
Uniti anche al ritiro del Calvisano dal Super 10 del rugby, disciplina che non conosco molto, ma sono a conoscenza di come Calvisano sia stato un top team negli ultimi anni.
La cosa più importante però non è criticare gli errori e la mancanza di coerenza, ma proporre e cercare rimedi. Il punto principale è garantire alle società di programmare quindi le possibilità sono:
1. diminuire drasticamente le retrocessioni
2. creare un campionato di serie A che segua il modello delle leghe americane.
Chiaramente passare dal sistema attuale ad una lega "chiusa" non è facile però è ora che in Italia si cominci a lavorare per arrivarci. Il problema principale di ogni lega o federazione è compiere il primo passo verso una direzione diversa. Invece però di guardare gli altri che fanno parte di realtà vicine (cosa tipicamente della politica) ed aspettare o copiare, sarebbe ora di CERCARE UNA NUOVA VIA. L'unico modo per uscire dalle sabbie mobili dello sport italiano è chiamare qualcuno di nuovo a dirigerlo. Certo non è facile trovare un commissioner stile David Stern, che faccia impennare uno sport e lo sappia gestire in modo autoritario.
Speriamo che realmente qualcosa cambi anche se è dura crederci visto che ora dovrò andare ad aggiornare il sito della Pallavolo Reima Crema togliendo una squadra dal campionato di A2 che per il secondo anno sarà a 15 squadre! |
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16 maggio 2008 |
E' ora di cambiare il calcio |
Chiunque segua i principali sport professionistici non può non veder come il calcio sia uno sport basato su regolamenti antichi che devono essere modificati per cercare di spettacolarizzare uno sport che ormai offre poche emozioni. |
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La prima cosa che balza all'occhio delle regole del calcio è di come vadano spesso contro il senso sportivo. Partendo dal presupposto che i miglioramenti di uno sport devono essere fatti a piccoli passi, una prima innovazione potrebbe essere l'abolizione delle ammonizioni per proteste.
Così come già avviene nel basket bisogna separare le sanzioni per falli di gioco rispetto a quelli per proteste. Nel basket il fallo tecnico non va a sommarsi al numero di falli commessi dal singolo giocatore e come sanzione vengono concessi dei tiri liberi. Quindi non si potrebbe fare lo stesso con il calcio abolendo l'ammonizione per proteste e cambiandola con un calcio d'angolo a favore della squadra avversaria?
Chiaramente in caso di seconda protesta sanzionata, così come nel basket, ci sarebbe l'espulsione.
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16 maggio 2008 |
Con il rally system la pallavolo ricorda il tennis |
Dall'introduzione del rally system, la pallavolo ha fatto un notevole salto di qualità in termine di spettacolarità ed adesso l'andamento del gioco ricorda molto il tennis. Non si è mai sicuri di vincere fino a che non si trosforma il mathc point. |
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Ogni palla vale un punto e non ci sia annoia più con i continui cambi palla che non muovevano il punteggio. Le partite di volley sono divenute veramente vibranti ed il fatto che all'inizio di ogni set si parte sempre da 0-0 rappresenta un notevole vantaggio in fatto di rimonte perchè chi sta vicendo non può gestire il vantaggio ma deve comunque vincere tre set per assicurarsi il match. |
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16 maggio 2008 |
Playoff nel calcio!!!!! |
Dire che i playoff nel calcio renderebbero più appassionante qualsiasi campionato equivale alla scoperta dell'acqua calda. L'idea ricordo ancora di averla sentire ormai una ventina di anni fa, quando uscì dalle labbra di Rino Tommasi. |
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L'introduzione dei playoff ha fatto fare un notevole salto di qualità al basket ed al volley in Europa
e quindi perché non applicarli anche al calcio?
Come tutti noi sappiamo, richiama più interesse inter-milan o roma-juve che tutte le partite fra le varie udinese, empoli, cagliari, reggina etc…
Quindi se ci fosse una serie fra inter e juve sarebbe una settimana elettrizzante e non di continue chiacchiere su arriva ronaldinho o sheva, gli arbitri continuano a sbagliare e tutte quelle notizie che non hanno niente a che fare con lo sport giocato.
La cosa più affascinante della Champions League è la finale, pensate cosa sarebbe quindi la finale per la vittoria dello scudetto.
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